Perche' La Thailandia

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Perche' La Thailandia

InsolitOriente
Pubblicato da Ilan Raba in INTRODUZIONE · 23 Luglio 2020
Tanti italiani hanno detto almeno una volta nella vita “andrò a vivere in Thailandia”, questa terra è vista come una meta economica e tropicale anche per chi vuole ritirarsi in pensione. Però è anche pieno di tantissimi giovani che, usciti dall’Italia, hanno preferito vivere in  Thailandia rispetto ad altre destinazioni…

"Vivere in Thailandia"
Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone

Parte Prima
E' necessario ridimensionarsi un tantino per avvicinarsi seriamente alla cultura thailandese, così lontana dalle nostre abitudini occidentali.
La prima cosa che mi è stata chiesta appena arrivata a Bangkok? Togliermi le scarpe.
Niente di più semplice per me, che da sempre odio ricevere in regalo pantofole perchè puntualmente le faccio finire "in punizione" nell'armadio. I miei piedi amano camminare liberi perchè i propriocettori hanno bisogno di sentire quel che toccano senza intermediari di tessuto.
Mi piace sentire sotto i piedi il pavimento freddo, la sabbia bagnata, gli scogli cocenti per il sole.
Ma in Asia le condizioni igieniche non sono quelle italiane e ci siamo accorti che camminare scalzi non è così semplice (specialmente provando invano a fare uno slalom tra le feci dei piccioni davanti al Buddha cinese di Koh Samui).
I piedi sono considerati la parte impura del corpo e mi piace immaginare che è per questo che vengono mandati in avanscoperta, così che possano trasmettere all'anima quello che sentono.
Perchè è proprio così che si vive la Thailandia: a piedi nudi e a cuore scalzo.
La prima grande emozione l'ho sperimentata il secondo giorno a Bangkok, quando inaspettatamente abbiamo ho la benedizione del monaco buddista. Inutile dire che - finchè resisterà - non ci libereremo del filo santo (sai sin) che mi ha legato al polso.
Avere per la prima volta a pochi cm da me un monaco dalle vesti arancio brillante e riuscire persino a rubargli pochi minuti della sua giornata è stata un'emozione indescrivibile.
I monaci trasmettono una quiete inaudita, eppure sono certa che perderebbero gran parte del loro influsso positivo se sradicati dal loro "habitat" naturale per portarli in Occidente. E non solo per una questione religiosa.
Provate ad entrare in un tempio buddista. Vi accorgerete di aver lasciato fuori (insieme alle scarpe) ansie, problemi e preoccupazioni.
Vi accorgerete di essere a cuore scalzo: completamente vulnerabili e incredibilmente sereni, pronti a pregare o semplicemente a provare sincero stupore.
Questo è capitato a me, occidentale e al tempo stesso affascinata all'inverosimile dalla cultura buddista.
La serenità non è solo nei templi: è in tutta la Thailandia.
Fiori di loto, orchidee, passanti, commercianti, tassisti.. tutto sembra sorridere nonostante la povertà.
Non ho mai visto nessuno litigare o sgomitare per andare di fretta.
E allora mi chiedo perchè in Italia la felicità sembra un lusso che nemmeno i ricchi riescono a concedersi?
Ci nascondiamo dietro il fantasma della crisi economica, ma la vera crisi è della società.
Troppe scadenze, troppo egocentrismo, pochi veri sorrisi, poco dialogo, poca condivisione.
Siamo sempre pronti a puntare il dito per accusare l'altro e mai a lavorare su noi stessi.
il motto thai ? Mai Pen Rai.
Mai Pen Rai è una sorta di don't worry be happy thailandese, è l'arte di lasciarsi scivolare le cose addosso

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